Cécile Kyenge non è neppure sottosegretaria
"senza portafoglio"; è sparito anche il ministero
dell'integrazione. Come si può leggere sul blog di Gad Lerner, che ha
coordinato gli interventi in occasione della presenza del Ministro Kyenge a
Saronno un mese fa". Le sottosegretarie sono in tutto solo 9,
scandalosamente poche. E spiace che fra loro non compaia Cécile Kyenge: un
governo serio le avrebbe chiesto di proseguire l’impegno intrapreso da ministra
sull’integrazione e la cittadinanza. Se anche la manderanno al Parlamento
europeo, non sarà la stessa cosa".
Non vi è, poi, nessun ministero o
sottosegretario per politiche di genere e pari opportunità, come era
stato con il Governo Letta e, prima, con il governo Monti (Andrea Riccardi ministro
per la cooperazione internazionale
e l'integrazione).
Vi è, quindi, sui diritti civili un indubitabile “abbassamento” di intenzione ed attenzione e,
al di là delle dichiarazioni, non so quanto spazio verrà dedicato nel programma
(che non si è ancora visto) e negli atti concreti.
Forse perché considerati poco “utili” addirittura
“inutili”, come si può leggere su vari commenti apparsi in questi giorni nella
“rete”?
Si è letto di critiche da parte della destra alla
Kyenge per aver speso troppo nei suoi viaggi: non so quanto sia vero, di
sicuro la "Lega Nord per l'Indipendenza della Padania" sarà molto
soddisfatta, visti gli innumerevoli insulti a lei tributati
e l'atteggiamento tenuto anche a Saronno.
E’ il caso di ricordare, ad esempio, la
dichiarazione di Matteo Salvini, quando era vicesegretario federale del
Carroccio, “.. Ministero dell'Integrazione. Un ente inutile, costoso, una fabbrica
dell'ipocrisia. Secondo voi la Lega trova 500.000 cittadini pronti a firmare un
referendum che abolisca questo ministero?".
Non hanno fatto in tempo a raccogliere le firme,
ma il risultato è stato ottenuto: il
ministero è stato abolito.
Il governo del fare può ben dire, su questo, FATTO! Fatti, non parole, Una “riforma” ancor
prima di partire!
Certo un ministero senza portafoglio conta molto
poco, se poi si aggiungeva la mancanza di coordinamento e poca collaborazione,
ma almeno i ministri precedenti potevano
fare una battaglia culturale per mettere al centro dell’attenzione dello stesso
Governo e dei cittadini la questione del governo dei flussi migratori con tutto
ciò che è connesso: cittadinanza, abolizione del reato di immigrazione
clandestina, il superamento dei CIE,
ecc.
Ora, dopo la nomina dei Sottosegretari, si è saputo
che queste deleghe sono state date
direttamente alla Presidenza Consiglio, quindi direttamente sotto il
“controllo” del Presidente: vedremo
cosa vorrà o potrà fare. Il Presidente del Consiglio può ben dire che “ci pensa
lui”, avendo messo lì sottosegretari a
lui molto vicini, ma il dubbio che emerge subito è che questi argomenti passino
in seconda fila perché meno “urgenti”. Non dobbiamo aspettare la prossima
tragedia.
Certo Renzi ha accennato, nel suo discorso di
presentazione alla Camere, ad una legge sulla cittadinanza legandola ad un
percorso scolastico (non so quanto lungo): vedremo cosa verrà fuori con una
maggioranza uguale a quella precedente, con la presenza di una destra che dovrà
tenersi in concorrenza con quella fuori dal governo e non spingersi a
“sinistra”. Sul reato di immigrazione clandestina e sulla legge Bossi-Fini il
Ministro dell’Interno Alfano ha già detto che non si tocca nulla.
Non so quanta battaglia culturale potrà essere
fatta dai Sottosegretari alla Presidenza a cui è stata date questa competenza
con queste premesse.
Questi non sono evidentemente argomenti
specificamente “civici” (come qualcuno potrebbe osservare) ma il fatto di
esserci impegnati su un argomento come quello della Cittadinanza Simbolica ci deve
portare non solo ad osservare da lontano come andrà avanti ma anche a chiedere
strumenti e decisioni adeguati, oltre che da un punto di vista politico anche
da un punto di vista culturale.
Marco Pozzi
* Responsabile Sinistra Ecologia Libertà Saronno
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