Premessa
Dopo il primo voto di fiducia al Senato, ad un anno dalle elezioni
politiche, la Camera martedì scorso ha votato la fiducia al Governo Renzi
che è stato al centro dell’attenzione politica e degli atti parlamentari nella
settimana: dalla discussione sulla sua formazione, a quella sulla sua
composizione, sulla sua prospettiva politica, sul doppio binario tra
l’alleanza del Pd con Ncd per governare e con Berlusconi per la legge
elettorale.
Sinistra ecologia e libertà non ha dato la fiducia al nuovo Governo per
tutte le ragioni che abbiamo già ricordato nella Nota settimanale della scorsa
settimana e che sono nominate nei diversi interventi (in allegato) pronunciati
nella discussione generale e nella dichiarazione di voto finale.
Ma vale la pena ricordare la ragione principale del nostro dissenso legata
alla convinzione che al Paese serva una politica che il governo di larghe
intese, in qualunque versione e sotto qualunque guida, non è strutturalmente in
grado di realizzare: non ci sono scelte oggettive che vanno realizzate al
meglio ma visioni diverse e alternative sull’uscita dalla crisi. Al paese serve
un intervento pubblico per creare lavoro e mettere in sicurezza il paese
finanziato da un fisco equo e progressivo che redistribuisca la ricchezza, non
serve un nuovo intervento sulle regole del mercato del lavoro. Al paese serve
un nuovo welfare e anche il reddito minimo per garantire autonomia alle persone
e non il taglio lineare delle politiche pubbliche (salute scuola pensioni
asili) che è cosa diversa dal taglio agli sprechi, ecc.
L’obiezione che anche in aula ci è stata contrapposta dallo stesso Presidente del Consiglio consiste nella impossibilità nel Parlamento attuale di un’altra maggioranza numerica. Ma la discussione che si è aperta nel Movimento 5stelle nega quell’affermazione .
Naturalmente non ha senso politico trasformare in automatico le espulsioni
dal M5s in adesioni ad un nuovo progetto politico né ha senso immaginare che
l’unica soluzione che non si possa percorrere sia quella del voto. Ma certo
l’obiezione che ci ha proposto Renzi è molto debole, non spiega il senso di un
nuovo Governo con la stessa maggioranza del precedente, le stesse
contraddizioni e quindi la stessa strutturale instabilità. Di più: l’ansia da
prestazione del Governo Renzi, ansioso di dimostrare la differenza con il
passato, può spingere ad una fretta pericolosa perché la velocità della
decisione fa premio sul contenuto e sulla conseguenza di quella decisione.
Ci sono dunque ragioni politiche molto forti per il nostro giudizio
negativo.
Certo la presenza di giovani e donne nel governo è un fatto positivo in un
paese portato sull’orlo dell’abisso da una classe dirigente prevalentemente
maschile e molto anziana. Ma quella stessa composizione non dice nulla né
esaurisce le politiche per dare futuro ai giovani e per affermare i diritti e
la libertà delle donne. Su entrambe già ora si vedono contraddizioni
macroscopiche: basti pensare alla immodificabilità dichiarata dell’Italicum che
oltre a ridurre la rappresentanza attraverso soglie di sbarramento incredibili
(l’8 per cento corrisponde a 4 milioni di voti che non verrebbero
rappresentati) produrrà un riduzione dell’attuale presenza di donne in
Parlamento, a meno che non si definiscano capilista al 50 per cento donne e
l’alternanza di genere nelle liste.
Dopo la fiducia la Camera ha approvato nella settimana:
-la legge sui reati ambientali
-la delega fiscale
Non si sono invece tenuti né il question time né le interpellanze urgenti
per richiesta del governo appena insediato.
N.B. il 7 marzo approda in Aula la legge contro le dimissioni in bianco da
noi fortemente voluta. Già ottenuta con il Governo Prodi, abrogata dal Governo
Berlusconi, reintrodotta in modo peggiorativo e inapplicabile dal Ministro
Fornero.
Voto di fiducia al Governo Renzi
In discussione generale sono intervenuti Nicola Fratoianni, Titti Di
Salvo e Claudio Fava.
La dichiarazione di voto è stata fatta da Gennaro Migliore.
Proposta di legge: reati contro l’ambiente
Da anni le associazioni che si occupano di mafie denunciano il vuoto
giuridico presente nel nostro ordinamento penale in materia di reati
ambientali, vuoto che ha portato ad un proliferare delle ecomafie e degli
enormi danni ad ambiente e persone. Già vent’anni fa Legambiente nel primo
rapporto sulle Ecomafie denunciava come dietro il mondo dei rifiuti, del
cemento, dell’agroalimentare, degli animali, dei beni culturali e paesaggistici
e delle riserve idriche stava montando un business illegale che teneva insieme
criminalità organizzata con un connivente mondo dei professionisti, dei
colletti bianchi, dell’imprenditoria, della politica. A tutto questo fino ad
oggi è corrisposta quasi la totale immunità, nonostante anche l’Europa con la
direttiva sulla tutela penale dell’ambiente n. 2008/99/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio chiedesse ai paesi membri impegni concreti a cui l’Italia ha
risposto con una ratifica formale senza introdurre norme organiche nel codice
penale in materia. Il provvedimento che è stato approvato e sui cui abbiamo
dato voto favorevole, inserisce finalmente con un intervento di sistema, i
reati in materia ambientale nel codice penale, con un nuovo titolo da dedicare
specificatamente ai reati ambientali. Si introducono i delitti di inquinamento
ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ai alta
radioattività, con aggravanti in caso di associazioni finalizzate al compimento
dei delitti e in caso di coinvolgimento di pubblici ufficiali. E’ prevista la
confisca dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato, si
obbliga il ripristino dello stato dei luoghi e si coordina la disciplina sulla
responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in caso di reati
ambientali. Noi avevamo proposto alcune norme aggiuntive che sono state
respinte come ad esempio l’introduzione nel codice penale di un nuovo reato
ovvero il danneggiamento delle risorse economiche ambientali, prevedendo la
punizione di chiunque offenda le risorse ambientali in modo da pregiudicarne
l’utilizzo da parte della collettività, degli enti pubblici o di imprese di
rilevante interesse. Riteniamo inoltre importante che questa legge venga votata
a poche settimane dall’approvazione del decreto sulla “terra dei fuochi”,
poiché è un passo avanti per fermare in maniera non emergenziale l’illegalità e
le ecomafie.
In discussione generale è intervenuta Serena Pellegrino.
La dichiarazione di voto è stata fatta da Filiberto Zaratti.
Proposta di legge: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema
fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita
Ci siamo astenuti su questo provvedimento che riteniamo insufficiente.
Tolto il nome altisonante siamo ben lontani da quella vera riforma del sistema
fiscale che riteniamo necessaria per ridisegnare complessivamente la tassazione
in Italia. In nessun punto infatti si evince l’intento di ridistribuire la
ricchezza, come strumento di ripresa economica, in uno dei Paesi più diseguali
al mondo, con un altissimo tasso di corruzione ed evasione fiscale. E
d’altronde la maggioranza che sostiene l’attuale e il precedente governo non è
strutturalmente in grado di affrontare con coraggio questa che è appunto una
delle cause profonde della crisi che stiamo vivendo. Sono presenti delle norme
positive sulla revisione del catasto (su cui abbiamo chiesto si avvii
finalmente un riforma collettiva) e sul gioco d’azzardo, che viene affrontato
per la prima volta con norme restrittive e punitive.
In discussione generale e dichiarazione di voto è intervenuto Fabio
Lavagno.
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