lunedì 10 marzo 2014

La nota sui lavori parlamentari della settimana dal 3 al 7 Marzo dell'On. Titti Di Salvo

Premessa
Tutta la settimana è trascorsa nell’esame, dentro e fuori l’aula, della legge elettorale, i cui contenuti sono stati interamente definiti nell’accordo extraparlamentare tra Renzi e Berlusconi, sia nella prima versione, l’Italicum, che nella seconda il semi-italicum, quel sistema cioè totalmente opposto previsto per l’elezione della Camera e quella del Senato.
L’accordo raggiunto serve a prolungare la legislatura e dunque la vita del Governo Renzi e aggiunge ad una pessima legge elettorale, il paradosso costituzionale di un sistema maggioritario per l’elezione della Camera e di un sistema proporzionale (il Consultellum) per il Senato nel caso in cui per qualunque ragione si arrivasse al voto prima della modifica costituzionale del bicameralismo, dunque il contrario di quanto indicato dalla Corte.
Più volte abbiamo motivato le ragioni del nostro giudizio fortemente negativo sull’Italicum che riduce la democrazia:
- con il muro delle soglie di sbarramento così alto da avere pari solo in Turchia (8 %)
- con il paradosso di coalizioni che godono dei voti dei partiti più piccoli per ottenere il premio di maggioranza senza che agli stessi venga riconosciuta rappresentanza
- con una soglia per avere diritto al premio di maggioranza, il 37 %, a nostro avviso molto al disotto delle indicazioni della Corte
- con liste bloccate che perpetuano la mancanza di scelta da parte degli elettori dei propri rappresentanti
- con meccanismi che determineranno certamente la riduzione della presenza delle donne in Parlamento poiché con l’Italicum saranno i capilista e i primi delle liste bloccate ad essere eletti e siccome la legge prevede che la sequenza nelle liste sia 2 persone di un sesso e poi una persona di sesso diverso l’effetto di riduzione è certo. E il paradosso è che ciò avverrà ad opera del Parlamento con il tasso più alto di presenza femminile.
Nella settimana i provvedimenti esaminati sono stati:
- rapporto della Commissione Giustizia sullo stato delle carceri (dopo il messaggio sull’argomento del Presidente Napolitano)
- legge elettorale
- pdl sulle dimissioni in bianco.
Per consuetudine la Nota settimanale fa la sintesi dei lavori d’aula quando le proposte sono conclusivamente votate. In questa occasione per la rilevanza delle materie, riassumiamo le tappe della discussione delle proposte di legge anche in questa prima fase.
Legge elettorale
Nella settimana non si è completato l’esame della legge elettorale la cui approvazione è stata rinviata a lunedì prossimo, giorno nel quale arriveranno al pettine i nodi principali dell’Italicum, accantonati per la discussione finale.
Il nostro gruppo ha in sostanza guidato l’opposizione alla legge (molto riottoso il Movimento 5 stelle che dall’Italicum ci guadagna) e ha chiesto il voto segreto su tutti gli emendamenti fin qui votati: dalla introduzione delle preferenze in luogo delle liste bloccate, alla eliminazione delle liste civetta, alle soglie di sbarramento, all’introduzione nella legge elettorale del conflitto di interessi, alla contestazione dell’algoritmo che determina un effetto flipper assolutamente casuale della elezione indipendentemente dal consenso ricevuto dalla lista in un territorio piuttosto che in un altro. Addirittura le simulazioni mostrano come si possa essere eletti in collegi in cui la lista prende meno voti che in altri.
Ci siamo trovati di fronte un Pd imbarazzato, muto, con l’eccezione di Rosi Bindi, e incapace di distinguersi anche a voto segreto sugli argomenti più delicati evidentemente introdotti per favorire o non disturbare il soggetto che ha la golden share dell’accordo e cioè Berlusconi.
Gli emendamenti sulla parità di genere (50/50 capilista e alternanza di genere nella lista) arriveranno al voto lunedì. Alcuni di essi sono stati sottoscritti da parlamentari di quasi tutti i gruppi politici (tranne Lega e M5s) ma si scontrano con le “regole d’ingaggio” dell’accordo extraparlamentare che non prevede vincoli all’arbitrio della definizione di capilista e ordine della lista.
Sono intervenuti nella discussione, che ha tempi contingentati ridotti (26 ore complessive), Gennaro Migliore e sui singoli emendamenti quasi tutti i deputati del gruppo. Relatore di minoranza è Nazareno Pilozzi.
Relazione della II Commissione (Giustizia) sulle tematiche oggetto del Messaggio del Presidente della Repubblica
Abbiamo dato parere favorevole alla relazione della commissione giustizia che arriva a distanza di mesi dal messaggio che il presidente della Repubblica ha inviato alle camere il 7 ottobre 2013 sul tema delle carceri. Per l’ennesima volta abbiamo ribadito la nostra posizione su questo tema: non siamo stati sanzionati dalla Corte europea dei diritti umani con la famosa sentenza Torreggiani per sbaglio, ma per precise responsabilità politiche. Dal 1999 la (finta) sicurezza dei cittadini è diventata materia di campagna elettorale, da allora innumerevoli sono state le modifiche al codice penale e le leggi liberticide: Fini-Giovanardi, Bossi-Fini, ex Cirielli. La pronuncia di incostituzionalità da parte della Corte costituzionale della Fini-Giovanardi è la dimostrazione di come questa sia una legge obbrobriosa e insensata. I provvedimenti presi fino ad ora non sono stati efficaci, per questo chiediamo ancora una volta una revisione complessiva delle normative che creano il problema. In discussione generale è intervenuto Arcangelo Sannicandro. La dichiarazione di voto è stata fatta da Daniele Farina.
Legge sulle dimissioni in bianco
E finalmente arrivata in aula la nostra proposta di legge per impedire la pratica delle dimissioni in bianco, quel ricatto praticato al momento dell’assunzione, quando insieme al contratto si fa firmare una lettera di dimissioni senza data, così da essere utilizzata quando quella ragazza è incinta, quel ragazzo è malato, quella persona non è gradita.
La legge 188/2007 aveva risolto il problema preventivamente determinando che le dimissioni volontarie potevano essere date solo su modulo a numerazione progressiva, con scadenza 15 giorni (e questo tagliava alle radici la possibilità del’abuso) scaricabile da Internet. Uno strumento semplice e privo di costi. Il governo Berlusconi abrogò la legge a 3 mesi dalla sua entrata in vigore. Un grande movimento di donne fuori e dentro il Parlamento impose il tema di nuovo all’attenzione ma le nuove norme inserite nella legge Fornero sono totalmente inefficaci e inutilmente burocratiche. Avevamo promesso che al nostro ritorno in Parlamento avremmo provato a riconquistare la nostra legge. Il 7 marzo, alla vigilia dunque dell’8 marzo, la legge va in aula. Non è ancora conclusa e ad essa si oppone strenuamente il NCD , il Movimento 5 stelle si muove tra voto contrario e astensione. Quindi c’è ancora un tratto di strada da percorrere ma ci siamo.
L’esame della legge continuerà nelle prossime settimane. In discussione generale e’ intervenuta Titti Di Salvo.
Question Time
Il question time questa settimana è stato fatto da Martina Nardi suIniziative per riconoscere la fibromialgia come malattia progressiva e invalidante, al fine dell’inserimento della medesima tra le patologie che consentono l’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie”
8 marzo
Il 7 marzo il gruppo Sel ha promosso una conferenza stampa per illustrare le proposte di legge e le mozioni presentate su diritti, libertà e lavoro delle donne.
Ci è sembrato questo il gesto più coerente con la responsabilità di sedere in Parlamento: dalla retorica dell’8 marzo ai fatti della nostra azione parlamentare.

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