Nel 1999 l’ONU istituì la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Da allora poco o nulla è cambiato e, lo afferma una ricerca del Consiglio d’Europa, l’aggressività maschile è la prima causa di morte violenta e di invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni. La violenza, fisica e sessuale, continua ad essere una drammatica realtà quotidiana per oltre il 30% delle donne italiane, una violenza che si consuma soprattutto tra le pareti domestiche ad opera del marito, del convivente, dell’ex, di un familiare o comunque di una persona conosciuta. Non conta la condizione sociale o economica, non conta vivere al nord o al sud. Là dove la donna esprime la propria autonomia, là dove osa dire un no, diventa potenzialmente vittima di violenza.
Il 25 novembre non può allora divenire una retorica ricorrenza in cui snocciolare dati senza definire un’agenda fatta di obiettivi e proposte specifiche. Per eliminare la violenza dalle relazioni fra uomo e donna occorre progettare interventi a tutela delle donne vittime, che ancora spesso subiscono senza denunciare (solo il 4% delle donne denuncia l’aggressione): ripristinare i fondi sottratti ai Centri antiviolenza e alle Case delle donne, assicurare accoglienza e aiuto da parte di amministrazioni, Asl, forze dell’ordine; assicurare modalità nei processi che garantiscano la vittima anziché lasciare che venga colpevolizzata e abbreviare i tempi di un verdetto che si aspetta in media 6 anni.
Ma serve anche attivare un piano nazionale di sensibilizzazione e prevenzione, che preveda un percorso culturale ed educativo, a partire dalle scuole, per superare antichi stereotipi familiari, formare all’esercizio di diritti e obblighi uguali fra maschi e femmine, promuovere azioni positive per l’eguaglianza di genere nei diversi ambiti (politico, economico, culturale).
Il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate sull’indiscussa supremazia maschile ha provocato uno spaesamento negli uomini che deve essere affrontato alla ricerca di nuove, rispettose, paritarie relazioni fra generi. Non si può andare indietro, solo andare avanti, insieme uomini e donne, in questa battaglia di civiltà. Che ci riguarda, tutti e tutte.
Sinistra Ecologia Libertà - Provincia di Varese
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