Siamo ad un passaggio drammatico: si fa fatica a calcolare le conseguenze di questa manovra sui ceti popolari e sulle famiglie. I ceti medio-bassi saranno stritolati; sul sud Italia pesa, invece, una pesante condanna a morte. Gli amministratori locali diventano come i curatori fallimentari di enti che non sono più in grado di soddisfare i diritti fondamentali dei cittadini. Una cosa inspiegabile poi, un’anomalia politica tutta italiana, è che quando si parla di tagli alla spesa si pensa di poter toccare il diritto alla salute, mettendo una pesante ipoteca sui diritti e sulle tasche già alleggerite dei cittadini, ma non per esempio la difesa. Su tutte le nostre proposte le saracinesche sono state chiuse.
Ancora una volta, quindi, le lacrime e sangue di una manovra iniqua toccherà versarle alle fasce più svantaggiate degli italiani e si allargherà sempre di più la forbice fra chi possiede, e possiede tanto, e chi scivola inesorabilmente verso una soglia pericolosa. I lavoratori, le famiglie, i disoccupati, i precari vivono una situazione economica insostenibile; se a questo aggiungiamo che i servizi pubblici offerti sono sempre più carenti, per cui le persone sono costrette al fai da te, si comprende con molta chiarezza quale sia il livello di difficoltà che vivono oggi gli italiani. E’ difficile far accettare i sacrifici in questo modo, quando i sacrifici pesano sempre da una parte.
Continua ad esserci una difesa oltranzista dei ceti privilegiati da parte del governo; agli altri viene chiesto di calzare l’elmetto e di partecipare a una guerra, dando come contributo il suicidio.
Nichi Vendola
Articolo e foto tratti dal sito nazionale di Sinistra Ecologia Libertà
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